ATTUALITA' DEL MITO?
Il mito è un racconto orale che ha accompagnato l'uomo per tutto il corso della sua storia. Con la nascita del Sapiens, nacque anche un nuovo problema: scoprire quale fosse il senso della vita e le proprie origini. Per dare delle risposte a questi grandi misteri esistenziali l'uomo si è affidato alla religione per mezzo del mito. Questo tipo di testo ha quattro peculiarità:
il suo tempo è situato in un passato lontanissimo, ai primordi dei tempi;
lo spazio è ambientato in un luogo immaginario;
i creatori dell'universo e della Terra sono rappresentati come dei potenti, che interagiscono o meno con i popoli da loro creati;
è un racconto condiviso tra il popolo, quindi riconosciuto da tutti.
Con l’avvento della scienza moderna, questa idea che il tutto derivasse da qualcosa di divino venne smentita dagli scienziati, i quali affermano che l'universo si sia formato in seguito ad un processo di espansione della materia prodotta dal Big Bang e che l'uomo si è evoluto sia fisicamente che intellettualmente durante un lungo periodo di tempo. Si può dire che la scienza è riuscita a rispondere bene alle domande sulle origini dell'universo e sulla creazione dell'uomo, ma è riuscita a rispondere altrettanto bene al perché dell'esistenza e del senso della vita? La scienza senza subbio è stata ed è una delle innovazioni più importanti di sempre, ha sempre dato soluzioni logiche, ma non per quanto riguarda le domande esistenziali citate prima. La logica non centra, il senso della vita non ha a che fare con la scienza, bensì con il pensiero, le emozioni e le esperienze dell'uomo. La religione cristiana dice che c’è un volere di Dio, un suo piano divino. La chiesa, o meglio, lo stile di vita di Gesù, insegna senz'altro cose buone per vivere con gli altri, come essere gentile col prossimo, avere cura della propria famiglia, quindi potrebbe essere questa la risposta che cercavamo: vivere in armonia. Ciò non sempre ha convinto tutti. Il mito, la religione non possono essere però sostituiti dalla scienza, perché quest'ultima non insegna come vivere all'interno di una società, non insegna i principi del bene e del male, ma cose che sono al di fuori dello spirito, del cuore dell’uomo. Detto ciò scoprire il senso della vita è possibile solo se si ha una mente aperta, guardando il mondo da un punto di vista più umano che logico.
Federico Degani 1A LSI
UN GIOCO MITICO!
Salve lettore, facciamo un gioco. Ipotizziamo che tu inizi ad approcciarti al mito, o magari ne avevi già sentito parlare, ma non ti è mai interessato scendere nel dettaglio, però, adesso, vuoi saperne qualcosa in più. Ipotizziamo anche che tu capisca al volo come funziona: l’uomo, fin da tempi antichissimi, si chiede come sia nata la Terra, lo spazio, l’uomo stesso, a queste domande in epoca moderna si può trovare risposta attraverso la scienza, che ha compiuto passi da gigante da un secolo a questa parte, però rimangono ancora quesiti del tipo: chi sono? Da dove vengo? Cosa ci faccio sulla Terra, qual è il mio compito qui?
Per rispondere a queste domande ricorriamo al mito, un racconto, esistente da ancora prima che venisse inventata la scrittura, perciò tramandato inizialmente oralmente, che risponde a queste domande a cui neanche la scienza sa dare risposta. Il mito è diverso nei vari popoli, per motivi culturali e religiosi, perciò i racconti cosmogonici, sulle origini dell’universo, sono diversi da popolo a popolo, nelle varie storie cambiano protagonisti e avvenimenti.
Supponiamo che tu riesca a continuare il gioco e scopri che ci sono tanti strumenti di cui ti puoi avvalere per colmare quel vuoto che prima neanche sapevi di avere, spinto dalla tua irrefrenabile curiosità verso questo argomento per il quale ormai sei “entrato in fissa”. Allora scopri testi mitici di varie popolazioni, fra tutte quella ebrea e quella cinese, dove raccontano l’origine del mondo e dell’uomo. Il racconto ebraico, tratto dal libro della “Genesi”, diviso in “Genesi 1” e “Genesi 2”, racconta di come Dio abbia creato dapprima il cielo e la terra, la luce e le tenebre, poi le acque, la vegetazione e gli animali. Era soddisfatto di quello che aveva creato, poiché era bello, allora creò anche l’uomo, a sua immagine e somiglianza, poi la donna, generata dalla costola dell’uomo, non dal piede poiché non è inferiore all’uomo, ma neanche dalla testa perché non è superiore. L’uomo era destinato a riprodursi e a comandare e vegliare sul creato di Dio.
Studiando questo mito, incontri inevitabilmente la parola ebraica “Bereshit”, che significa “In principio”, quindi indica un tempo ed uno spazio non determinati. La tua curiosità spinge ancora oltre e decidi di cercare su Internet qualcosa in più riguardo questo tempo. Dopo un’accurata ricerca trovi un sito, apparentemente affidabile, allora inizi a sfogliare le pagine di questo e inizi a sentir parlare di tempo mitico e, conseguentemente, di tempo sacro. Ora sei incuriosito dalla parola “Sacro”, che fino a pochi minuti fa eri convinto di conoscere bene, ma che dopo averci ragionato su, non ti sembra più così tanto vicina a te. Ti colpisce in particolare una frase di Mircea Eliade: “L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato”.
Scopri che la concezione di sacro cambia da cultura a cultura, dipendentemente dalla loro storia e dalla loro religione, per questo in ogni cultura cambiano gli oggetti, i luoghi definiti sacri. Successivamente vieni a sapere che come per il sacro, anche la concezione del tempo cambia da popolo a popolo, infatti ad esempio i Greci vedono il tempo in una forma ciclica, un eterno ritorno, senza inizio né fine, invece gli ebrei hanno del tempo una prospettiva lineare, ovvero uno scorrere inesorabile di istanti, momenti, minuti, ore, giorni con un inizio (la creazione) e una fine (la salvezza).
Passi adesso al mito della creazione cinese, capisci subito che è molto diverso, questo è legato, come detto prima, a cultura e religione diverse. In principio c’era un uovo cosmico che galleggiava nel vuoto, nel suo interno dormiva un gigante, che quando si svegliò ruppe il guscio dividendolo in due e, grazie alla sua forza, lo tenne separato fino a formare cielo e terra, tutto questo durò diciottomila anni, fino alla morte del gigante. Una volta deceduto, le parti del suo corpo si divisero per formare vegetazione, acque, luna e sole. A completare l’opera ci pensa la dea Nuwa, che crea uomini e donne.
Sono argomenti difficili da capire e su cui ragionare, molti dei più grandi filosofi hanno passato la loro vita a pensarci, a metterli in discussione, per questo non serve che tu capisca tutto fin da subito, non ti serve essere il migliore, basta solo che quella fiamma dentro di te non si spenga e che tu continui ad alimentarla con il tuo interesse personale.
Hai già letto molto a riguardo, ritieni di sapere una quantità discreta di cose, ma non ti basta, vuoi aumentare ancora di più il tuo bagaglio culturale, solo che non sai dove cercare, pensi di aver già consultato abbastanza libri di testo ed Internet. Per caso apri il testo di latino numero uno, “Mirum Iter”, di Angelo Diotti, vai a pagina 190 e a catturare la tua attenzione è il riquadro in basso, intitolato “Per approfondire”. Inizi a leggerlo e noti che ti dice le stesse cose di cui abbiamo parlato, dell’uso del mito nelle antiche civiltà e quello della scienza al giorno d’oggi. Una frase in particolare ti colpisce: “[…] Oggi, almeno nelle società occidentali, la scienza ha sostituito il mito […]”. Tu ci rifletti e arrivi alla conclusione di essere occidentale e quindi, forse influenzato da quello che hai appena letto, arrivi al punto di convincerti che dovresti credere alla scienza, perché c’è scritto lì. Ripensi poi però a quanto ti sei divertito a leggere tutti i pensieri dei filosofi, tutte le storie della creazione e tutto quello che hai studiato per diverso tempo riguardante il mito, allora ti ricredi e decidi che devi essere tu a scegliere cosa credere mentre ti rivivi l’ultimo periodo, tutte le giornate passate a saziare quella fame di Conoscenza.
Ti fermi poi a concentrarti sul rumore della pioggia, mentre la osservi cadere con
fare soddisfatto dalla finestra della tua stanza, e finalmente, durante un giorno così grigio e cupo non ti senti vuoto, poiché sei consapevole che questa esperienza ha inevitabilmente
scritto una pagina della tua vita; ma nonostante in parte ti abbia colmato, dall’altra ha creato nuovi vuoti, dovuti ad altra voglia di imparare. E non vedi l’ora di rifarlo un’altra volta, e poi ancora e ancora, quindi aspetti impazientemente l’indomani, per poter tornare a rifare tutto questo che ha creato dentro di te una confusione di emozioni che non ti riesci a spiegare, non riesci neanche tu a esprimere cosa senti, l’unica cosa che sei in grado di dire è che è stato bello, si, bello, esattamente come lo ha voluto Dio.
Merlo Andrea 1^A LSI
Dal Mito alla Scienza
Come dice il nostro libro di latino Mirum Iter a pagina 190, tutte le popolazioni hanno cercato di rispondere ai grandi quesiti dell’uomo raccontando storie, ma, almeno nella società occidentale, la scienza ha ormai sostituito il mito. Ora gli scienziati affermano che l’universo sia nato non per mano degli dei, ma come conseguenza di un’esplosione e che sia l’esito di una continua espansione, e che anche l’uomo sia cambiato sia fisicamente che intellettualmente fino ad oggi. Fu Darwin il primo a teorizzare un’evoluzione umana, con il suo libro del 1859 “L’origine delle specie”, che va totalmente a contraddire ciò che affermano i miti.
Effettivamente i miti possono anche essere stati l’unica risposta possibile nel passato, ma non si basano su nulla di concreto. È inutile teorizzare che l’uomo sia nato in mille modi, o sentire che esistono diverse dimensioni temporali tra le quali un tempo sacro etc. se poi nella realtà sono tutte solo idee. Se guardiamo l’ambito scientifico ci sono calcoli matematici, reperti, leggi fisiche che possono essere poi applicate nella pratica.
Certo, abbiamo poi delle domande a cui né la scienza, né qualsiasi altra disciplina sa rispondere in un modo sicuro e definitivo. Esse ci rendono proprio come un uomo primitivo, ancora curiosi e pensosi. Non abbiamo ancora la risposta a “perché siamo veramente qui?” o “c’è qualcun altro oltre a noi?”, ma ciò non vuol dire che la risposta non la troveremo, l’umanità è stata in grado, da millenni, di compiere grandissime imprese, ma non ha finito.
Per concludere, anche i miti si sono evoluti con noi, anzi, hanno caratterizzato la nostra evoluzione culturale a causa proprio della nostra mitopoiesi, questa indole propria dell’uomo di raccontare storie, di produrre miti. Nonostante questo ora sono ormai tramontati, ogni uomo crea il mondo a sua misura, ognuno vive nella sua piccola bolla e non necessita di “racconti” che spieghino come sia nato o da dove venga, anzi, gran parte non si fa lo scrupolo di non porsi nemmeno la domanda. Non possiamo sapere cosa accadrà nel futuro, se i miti torneranno ad avere un’importanza nelle nostre vite o se la scienza ci permetterà di rispondere ai gradi quesiti della nostra specie, ma sappiamo che in ogni caso, qualsiasi cosa riusciremo a fare, saremo noi i soli e unici artefici, sarà l’uomo.
Di Anna Lant 2° LSI
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