Un uomo, cresciuto in una società complessa e moderna, decide di cambiare per mesi il
suo stile di vita e immedesimarsi in una società drasticamente diversa dalla sua e ciò gli permetterà di vedere il mondo con un nuovo ed evoluto punto di vista, perché anche da individui che qualcuno potrebbe ritenere “arretrati”, possiamo imparare molto.
Luis Devin, un giovane antropologo che ha studiato la popolazione dei pigmei Baka, ha deciso di intraprendere un viaggio verso l’Africa centrale, dove appunto abita questa tribù, in modo da poter approfondire e poi illustrare i comportamenti di queste persone, che fino a poco prima aveva solo studiato da libri o da Internet, e quello che ha scoperto riguardo le loro usanze, il loro modo di produzione e il loro rapporto con la natura potrebbe essere oggetto di riflessione anche per il nostro modo di vivere.
http://www.luisdevin.com/libri/la-foresta-ti-ha/fotogallery-pigmei.php
Galleria fotografica con frasi dal romanzo "La foresta ti ha"di Luis Devin
Scrittore e antropologo della musica, Luis Devin ha studiato antropologia culturale con Francesco Remotti all'Università di Torino, laureandosi con una tesi sui Pigmei Baka del Camerun, e ha conseguito un Dottorato di ricerca in Etnomusicologia con una tesi sugli strumenti musicali dei Baka.
VITE PARALLELE: LA GIORNATA DI UN RAGAZZO DI UDINE E DI UN GIOVANE PIGMEO.
Informandoci grazie agli studi di Luis, per rendere meglio l’idea di quanto sia diversa la vita di un pigmeo dalla nostra, abbiamo inventato una storia. I nostri personaggi si chiamano Lorenzo e Kamal, si trovano a circa 10000 chilometri di distanza, uno a Udine e l’altro nel bel mezzo della foresta pluviale dell’Africa centrale.
Alle 7:00 suona la sveglia e Lorenzo si alza, dopo aver fatto colazione, si incammina a scuola. All’alba della stessa giornata Kamal, vedendo i primi raggi di sole, si sveglia assieme al resto della sua tribù di Pigmei Baka con la quale va a procurarsi il primo pasto della giornata.
Quando Lorenzo esce di casa, la città è già in moto, adulti che guidano la macchina per andare al lavoro e studenti proprio come lui che camminano verso la scuola.
Kamal si avventura nella foresta, andando a caccia di termiti che costituiranno, insieme alle piante raccolte e coltivate dagli adulti della tribù, il pranzo. Sono stati adulti e anziani ad insegnargli come procacciarsi termiti, le preghiere per auspicare una buona caccia e a seguire le regole per la convivenza pacifica all’interno della comunità.
Lorenzo frequenta le lezioni tutta la mattinata per
poi tornare a casa per mangiare. Ad aspettarlo
ci sono il fratellino di due anni e la madre, che
è nel suo giorno libero dal lavoro di impiegata.
Kamal, ritornato dalla ricerca delle termiti
trova nella capanna in cui vive sua mamma
intenta a cucinare dopo una giornata di raccolta.
Nel momento in cui Lorenzo fa i compiti, il giovane pigmeo accudisce i suoi fratellini.
Finalmente è arrivato il tempo dello svago per l’italiano che decide di passare il suo tempo ai videogiochi. Kamal invece, per intrattenersi, dopo aver giocato a lungo con gli amici del villaggio, va ad ascoltare gli uomini adulti che raccontano le loro vicende di caccia.
Entrambi i ragazzi cenano, naturalmente il pasto consumato sarà molto diverso: Lorenzo mangia una bistecca di manzo comprata dai genitori al supermercato mentre Kamal si nutre grazie al frutto del suo lavoro di qualche ora prima; dopo aver mangiato Lorenzo si sposta sul divano di casa sua e cerca un programma interessante da guardare in televisione, Kamal raggiunge il resto della tribù nel centro dell’accampamento e assiste a una danza tradizionale, quella sera stanno rappresentando un racconto mitologico.
Un popolo affascinante che ci fa pensare …
Ci sono voluti migliaia di anni perché l’uomo si evolvesse nelle complesse civiltà dei giorni d’oggi, ma non dobbiamo vedere la storia solamente come un passaggio da uomini primitivi e arretrati ieri, fino agli uomini avanzati e progrediti di oggi, come se tutto fosse andato dal peggio al meglio. La storia infatti è più complessa: basta pensare agli antichi Egizi, che hanno costruito civiltà tecnicamente raffinate. Ci sono dei gruppi di uomini che però hanno vissuto in comunità con un’economia di sussistenza per millenni, fino ad oggi, come i Baka. Intanto molte civiltà complesse scomparivano, ciò portava a lunghi periodi di crisi e in seguito a riprese economiche. Ma siamo veramente sicuri che questo evolversi in civiltà complesse porti sempre ad un cambiamento positivo? La tecnologia, che è diventata ormai un “must-have” per la nostra società, è davvero così essenziale per la vita dell’uomo, come noi pensiamo? I pigmei ci permettono di riflettere anche sullo sviluppo della nostra società e quindi finiamo per porci la domanda: “Quali sono le vere necessità, di cui l’uomo non può fare a meno?” Certo, la differenza tecnologica non è l’unica cosa che distingue le due società, anche le idee religiose e ciò che valorizzano i due popoli è molto diverso, per non parlare di come gli individui si relazionano tra loro e come vivono all’interno della comunità.
Ricollegandoci al racconto di Lorenzo e Kamal, è incredibile come questi due ragazzi che vivono nello stesso periodo, sullo stesso pianeta, appartengano a due società così tecnologicamente e culturalmente diverse. Come abbiamo visto, ricevere un qualche tipo di istruzione è un fattore molto importante per la vita di entrambi i giovani. La mentalità occidentale tende a interpretare l’idea di istruzione solamente come un processo di formazione in maggior parte teorica per poi poter praticare una professione. A Kamal invece vengono insegnati mestieri utili per la vita di tutti i giorni e per la sopravvivenza. Non esiste infatti alcun tipo di gruppo all’interno della società che si dedica solamente allo studio e ad altre discipline concettuali, ma tutto è incentrato su apprendimenti utili al lavoro manuale o sull’educazione ai valori comunitari.
Rimanendo sul tema della società,
quella dei
pigmei e la nostra sono naturalmente
strutturate in due modi drasticamente
diversi. La nostra è divisa in classi sociali, e
basandosi su esse distribuiamo tutti i
e servizi prodotti, ciò crea
disuguaglianze. Quella dei baka non ha alcun tipo di suddivisione e tutto viene condiviso
con tutti anche se non hanno contribuito direttamente o a sufficienza a ricavare i beni.
La popolazione è anche molto amichevole con lo straniero, infatti si svolge un vero e
proprio rito d’iniziazione per accogliere il nuovo arrivato nella tribù, rendendolo
ufficialmente un membro di essa. Purtroppo però non abbiamo molti dettagli di come si svolga questo rituale, poiché per rispetto di questa popolazione è richiesta una certa
segretezza.
Possiamo riconoscere grandi differenze anche tra la nostra economia e quella dei pigmei baka. L’economia di ambe le società è basata sul lavoro e si divide poi in due settori, la produzione di beni, come dei vestiti o del cibo, edei servizi, come l’istruzione e la sanità. La tecnologia, che ha visto il suo più grande sviluppo con l’avvento della prima rivoluzione industriale dell'ottocento, è l’elemento che più differenzia la nostra economia da quella dei baka. I lavori sono molto diversi, si passa da un impiegato d’ufficio in una grande azienda a raccogliere le uova di termite, che poi diventeranno il pasto della giornata.
Parlando di commercio, possiamo dire
che il nostro è basato sul denaro;
questa idea non esiste tra il popolo
dei pigmei, che al posto di ricevere
qualcosa in cambio di soldi,
scambiano con altri popoli diversi
oggetti, in base alle esigenze.
Focalizzandoci sul settore primario, ogni membro della tribù ha un determinato compito. Gli uomini si dedicano principalmente alla caccia attraverso l’uso di balestre e trappole e alla pesca, usufruendo di reti e piccole dighe costruite a mano. Le donne si occupano della raccolta dei prodotti e materiali della foresta, coltivazione di arachidi, manioca e tabacco. I giovani sono addetti alla raccolta del cibo composto principalmente da larve, termiti e frutti che crescono sugli alberi ed animali.
Tra le attività principali del settore secondario, invece, c’è la costruzione di capanne, chiamate móngulu. Sono abitazioni unifamiliari a forma di igloo, composte principalmente da foglie, rami e frasche e vengono costruite prevalentemente dalle donne. Altre attività da loro praticate, assieme ai bambini, sono quella dell'intreccio, per creare diversi oggetti come cestini; la preparazione del cibo, come la pestatura della manioca tramite l’utilizzo di pestello e mortaio, lo sminuzzamento di altre verdure e la cottura della carne in pentole di ferro (queste vengono scambiate con popoli vicini, che a differenza dei baka conoscono la metallurgia, dando in cambio parte del loro raccolto o di quanto cacciato); la fabbricazione di vestiti, di giocattoli in legno e la preparazione di medicine, utilizzando erbe curative trovate nella foresta (a questa attività si dedicano soprattutto le anziane).
Si può quindi capire che la foresta è un elemento essenziale ed importantissimo per la vita dei Pigmei non solo dal punto di vista economico, essendo la loro fonte primaria di sussistenza, ma anche dal punto di vista religioso, dato che è protagonista di gran parte dei loro miti e leggende e viene venerata come una dea.
La cura dei parenti, principalmente di bambini e anziani che non possono badare a se stessi e la somministrazione di medicine, costituiscono il settore terziario, dove i compiti vengono svolti principalmente dagli anziani, poiché loro essendo più vecchi, hanno anche più esperienza, di conseguenza conoscono meglio le piante e possono badare ai piccoli mentre i genitori sono a svolgere altre attività nella foresta.
Le attività di svago principali sono: suonare uno strumento musicale, principalmente sonagli, arpe e tamburi e danzare sulla melodia di questi strumenti; la musica e la danza possono essere a scopo curativo o per intrattenere il villaggio e condividere
l’interpretazione di racconti mitologici.
Come abbiamo visto i pigmei svolgono tutte queste attività senza l’ausilio di tecnologia particolarmente sofisticata.
Ma noi, siamo invece forse arrivati ad un punto di non ritorno, dal quale non possiamo più scendere e disabituarsi all’uso di tecnologie e strumenti che non sono veramente necessari? Oltretutto, tutte le fabbriche, ciò che producono e molti altri fattori, costituiscono anche una minaccia a livello ecologico, non solo durante la produzione ma anche nella fase dell’uso e dello smaltimento. Stiamo rovinando il pianeta su cui viviamo e il conseguente sviluppo della nostra specie.
Dopo aver conosciuto questa civiltà pigmea, ci chiediamo se ci sia un modo per salvaguardare il nostro pianeta e, di conseguenza anche noi? Potremmo prendere spunto da questa popolazione per magari migliorare il nostro modo di vivere? Con il prendere spunto non intendiamo rivoluzionare il nostro modo di vivere, anche perchè sarebbe controproducente, visti i diversi vantaggi che ci offre la tecnologia, come nel campo della medicina, togliendo questi strumenti faremmo un enorme passo indietro e non è questo quello che vogliamo.
Però dovremmo provare a vivere ogni
giornata un po’ come un pigmeo baka,
in perfetta armonia con l’ambiente.
Un interessante video del WWF sui pigmei baka:
Anna Lant
Andrea Merlo
1A LSI
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