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Immagine del redattoreGiornalino Uccellis

Jim Clark: un signore delle piste

Due volte campione del mondo, rispettivamente nel 1963 e nel 1965, nella sua carriera ha vinto 25 Gran Premi su 72 disputati ed è ancora detentore del record di Grand Chelem: 8. Il Grand Chelem consiste nel fare la pole position, il giro più veloce, stare al comando della gara dal primo all’ultimo giro, vincendo il GP. Nato il 4 marzo 1936, Jim Clark è stato un pilota di Formula 1 dal 1960 fino alla sua morte nel 1968. Clark è certamente un grande esempio da cui prendere spunto sotto molti punti di vista, partendo dal fatto che era un grandissimo pilota che in pista ha fatto delle vere e proprie imprese, come quella di Monza nel 1967, dove per i primi 10 giri mantenne il comando, prima di forare una gomma. All’inizio non se ne accorse e continuò a correre, perdendo lentamente tempo, finché se ne rese conto e andò ai box dove perse ulteriore tempo e venne intanto doppiato dai primi. Allora Jim spinse per tutti i restanti giri della gara, girando su tempi da qualifica. Dopo alcuni giri era già riuscito a sdoppiarsi e al 62esimo giro recuperò i due piloti di testa, Jack Brabham e John Surtees, sorpassandoli entrambi nello stesso giro. Dopo un’incredibile rimonta era di nuovo in testa ma all’ultimo giro gli si ruppe la pompa di benzina, quindi venne sorpassato da Brabham e Surtees. Riuscì comunque a concludere la gara al terzo posto ma venne acclamato dalla folla come se avesse vinto il GP.

Clark era anche molto stimato nel circus della Formula 1 per il suo stile di guida molto pulito, era un pilota che raramente faceva errori ed era l’unico i cui tempi, giro dopo giro, miglioravano. Aveva un’incredibile capacità di adattamento alla vettura se qualcosa si rompeva ma si poteva continuare a correre, come ha dimostrato a Monaco 1964, dove gli si ruppe la barra stabilizzatrice posteriore che gli causava sovrasterzo in entrata di curva e sottosterzo in uscita. In pochi giri capì l’auto e adattò il suo stile di guida ad essa, entrando forte in curva sfruttando il sovrasterzo e dando violentemente gas in centro curva per uscire forte, così facendo mandava l’auto in sottosterzo e usciva dalla curva perfettamente in traiettoria.


Clark era inoltre un uomo di classe, che nonostante corresse in Formula 1, in Formula 2, in Formula Tasman e nel campionato di vetture turismo inglese, impegni che lo occupavano per la maggior parte dell’anno, quando era libero continuava a lavorare nella fattoria di famiglia, anche perché era l’unico figlio maschio e, come dichiarò in un'intervista, sentiva la responsabilità di aiutare i genitori nonostante questi ultimi si sentissero in colpa per aver limitato la sua carriera da giovane. Jim Clark morì in un incidente a Hockenheim, in Germania, nel 1968, in una gara di Formula 2. L’incidente fu causato da una foratura alla posteriore destra che causò un'improvvisa perdita del controllo del veicolo in frenata nella curva oggi chiamata col suo nome, lo mandò contro un albero e spezzò in due la vettura, Clark venne catapultato fuori dall’auto, morendo sul colpo.


Beinat Fabio 2°B LSU



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