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Mirandolina, un’eroina oltre ogni misoginia

Aggiornamento: 26 giu 2020


Mirandolina, un’eroina oltre ogni misoginia


Confronto a più voci, stimolato da un’interpretazione polemica, sulla protagonista dell’opera di Goldoni "La locandiera"

Mirandolina, un’eroina oltre ogni misoginia


Il personaggio di Mirandolina è senza dubbio uno dei personaggi più moderni e attuali presente in un'opera del diciottesimo secolo.

Ella, infatti, è una donna che gestisce da sola una locanda con piglio fermo e deciso, tenendo testa ai vari spasimanti e capace di farsi gioco di personaggi a lei superiori dal punto di vista sociale. Questo atteggiamento la connota come una donna indipendente e autonoma, che, a prima vista, suscita una percezione positiva nel pubblico. Ancora oggi, ad una prima lettura, molte donne possono ammirarla per la sua determinazione e emancipazione, ispirandosi al suo modo di fare e, al tempo stesso, immedesimandosi nei suoi comportamenti.

Un articolo in rete ci ha offerto però lo spunto per una lettura diversa. L’autore analizza il carattere di Mirandolina sotto l’aspetto psicologico, analizzando alcune qualità e capovolgendole in difetti. Infatti accusa Mirandolina di non provare alcun tipo di sentimento e, anzi, di avere il bisogno quasi nevrotico di tenere qualsiasi situazione sotto il suo controllo, anche attraverso le sue arti di accorta seduttrice e manipolatrice.

L’autore diversamente dalla più comune interpretazione dà, quindi, una lettura diversa del personaggio: definisce l'autonomia della locandiera come freddo calcolo e la descrive come una donna incapace di provare passione o "compassione" (intesa come umana pietas) verso gli altri.

Da questo punto di vista Mirandolina rappresenterebbe un modello negativo ma diffuso per le donne in carriera di oggi.

Questa interpretazione non tiene però conto della reale condizione della donna nella società odierna.

Oggi le donne possono accedere a qualsiasi tipo di professione al pari degli uomini, all'interno della famiglia il loro ruolo è paritario , oltre a vedere riconosciuta la loro condizione paritaria anche dal punto di vista normativo. Lamendola sembra nascondere malamente la propria misoginia, senza apportare argomentazioni convincenti. .

Dal mio punto di vista non si può leggere, sulla base dell'esperienza attuale della vita delle donne, il personaggio di Mirandolina in un'accezione prevalentemente negativa. Ho trovato questa commedia molto moderna ed attuale: Mirandolina è una donna sola in un mondo maschile dove per farsi rispettare usa la sua bellezza, la sua ironia e la sua capacità di trattare gli altri con scaltrezza per imporre la propria indipendenza, forzando la sua natura alla freddezza per poter rimanere libera.

Nella vita di tutti i giorni io vedo moltissime “Mirandoline”, cioè donne libere e indipendenti, capaci nel loro lavoro e sicure nelle relazioni con il prossimo, donne che da sole, e per questo vorrei fare l’esempio di molte madri, riescono a dividersi tra il lavoro e la famiglia e ad andare avanti senza aiuti, pur sempre corrette e amorevoli nei confronti di tutti, specialmente dei propri figli. Forse avrei dovuto poter vedere il comportamento di Mirandolina con i propri figli per saper dire meglio cosa ella possa oggi dirci sulla figura ed il ruolo della donna in maniera completa.


Elena Cardin e Maria Giulia Iob, IV^D



Mirandolina, tra ammirazione e dubbi morali.


L’autocontrollo, la determinazione, le continue -seppur celate- provocazioni rivolte ai suoi spasimanti, la fedeltà al proprio ideale di libertà… tutto, in Mirandolina, riconduce ad una personalità fuori dal comune nel suo tempo, una figura che pur di evitare a tutti i costi di diventare vittima della convenzione sociale del matrimonio - visto come una privazione di libertà - attira e respinge, in un circolo vizioso, i suoi pretendenti.

La sua determinazione nel rimanere una donna autonoma ha fatto sì che la sua figura venisse identificata numerose volte come modello di donna indipendente, autosufficiente, che non necessita né della protezione di un uomo, né del suo denaro al fine di condurre un’esistenza piena; l’unico valore in grado di conferire tale appagamento, è infatti la libertà.

La protagonista ha lasciato che la sua ossessione per questo ideale prevalesse su tutto, essendo più impegnata a difenderlo e a vivere in nome di esso che ad essere coerente e goderne realmente.

Tanto infatti ha citato questa parola, che ha perso la cognizione delle sue azioni, non ricordandosi che libertà è la facoltà di fare ciò che si vuole a patto che non nuoccia ad altri, rispettando dunque un certo codice morale.

La locandiera si dimostra una donna fredda, calcolatrice, meramente interessata ai propri scopi e questo, forse, potrebbe essere giustificabile se analizzato il contesto sociale in cui si trova: numerosi uomini desiderano la sua compagnia senza però donarle un rapporto stabile, provano ad ottenere tale compagnia facendole doni costosi; tutti l’ammirano estasiati ma pare che nessuno sia realmente interessato alla sua persona: è un vero e proprio OGGETTO di contesa.

Questa donna, come afferma in prima persona, è determinata nel dimostrare il valore del genere femminile facendo invaghire di lei il cavaliere misogino, come una sorta ora di appagamento personale, ora di rivalsa a nome di una collettività oppressa. Sembra addirittura che provi gusto nel vedere tre illustri signori diventare matti al fine di ricevere favori da lei e pare preferire continuare a vivere in questo modo che rifugiarsi nella stabilità del matrimonio.

La sua prontezza di spirito non spicca quanto dovrebbe a causa della personalità calcolatrice che le è propria: è una donna intelligente, sì, ma è questo un pregio nel momento in cui se ne serve a discapito dei suoi contendenti, ingannandoli e scatenando in loro emozioni dolorose senza curarsene minimamente? Personalmente ritengo di no. Certo, la sua posizione suscita una certa malinconia: non vuole essere soggetta alle decisioni di un uomo e pare l’unico modo per sfuggirne sia l’attuazione di sotterfugi e falsi sorrisi. Pur consapevole e toccata dalla situazione in cui si trovava la locandiera (così come tutte le donne di allora), credo che il personaggio non sia da criticare per il modo in cui si tiene stretta la sua amata libertà ma al contempo, vista la sua condotta, non dovrebbe essere ritenuto un emblema positivo del genere femminile.

Sinceramente ho avuto molta difficoltà ad inquadrare questo personaggio: più mi sembrava di riuscire a comprenderlo, più in realtà retrocedevo. Ad ogni lettura delle sue battute emergevano nuovi lati della sua personalità, facendomi provare nei suoi confronti prima simpatia e ammirazione, poi disistima e dopo ancora compassione. Ella rappresenta una donna intrappolata in una società che non prevedeva l’indipendenza femminile, un valore che era determinata a tutelare nonostante tutti gli effetti collaterali provocati. La sua forza d’animo fa di lei un’eroina per tutte coloro alle quali viene impedito di essere autonome e che non si danno per vinte, ma una falsa eroina, “calcolatrice” e “a sangue freddo” sul piano morale.


Giulia Lupieri, IV^D


Un’eroina incapace di sentimenti autentici.

Carlo Goldoni nella sua opera teatrale la "Locandiera" propone una visione diversa della figura femminile rispetto ai modelli tradizionali, infatti Mirandolina non è guidata dai propri sentimenti ma interamente dagli interessi personali, cioè innanzitutto l’andamento della locanda lasciatale dal padre. Questa evoluzione del personaggio femminile ha portato molti a credere che la protagonista sia l'esempio perfetto di donna moderna attribuendole aggettivi come indipendente, astuta e soprattutto emancipata. È noto che fino agli inizi del 1900 per le donne era impensabile di poter vivere senza l'autorità del marito, Mirandolina quindi sembra anche un esempio sia per le donne dell'epoca ma anche per le donne moderne, ma lo è davvero? Per quanto questo possa far sembrare Mirandolina un personaggio positivo in realtà c'è un altro tratto di lei che deve essere preso in considerazione, ella riesce infatti ad ammaliare tutti i personaggi maschili dell'opera, persino il cavaliere il quale era inizialmente avverso all'innamorarsi, ciò dimostra l'astuzia, l'orgoglio e la freddezza della protagonista in quanto non curante dei sentimenti altrui. Agli occhi del pubblico la locandiera risulta come una donna calcolatrice e sembra che l'autore voglia mettere in guardia il genere maschile dalle donne. Mirandolina non tende infatti a emanciparsi dall'uomo, come invece sembra, la protagonista sembra voler gareggiare con egli per poi voler prendere il comando e comportarsi allo stesso identico modo.

Il finale dell'opera suggerisce anche una sconfitta da parte della locandiera che l'appunto si vede costretta a fare ciò che per molto tempo si era rifiutata di accettare, ella infatti corre da Fabrizio chiedendo di sposarla non per amore ma per necessità, lasciando così stupito l'umile cameriere.

Alcuni potrebbero paragonare Mirandolina a una moderna “femminista”; volendo umiliare il cavaliere misogino sembra far valere e difendere il suo genere, in realtà la protagonista agisce solo per il proprio orgoglio ed egoismo poiché egli non era caduto sin da subito ai suoi piedi.

In conclusione la figura di Mirandolina può avere per molti un significato negativo diventando così un modello dannoso di donna a cui sarà inevitabilmente paragonato il genere femminile e quindi verrà universalmente definito come astuto, scaltro e malizioso.

Personalmente ritengo Mirandolina un personaggio complicato da analizzare, a causa delle varie sfaccettature che sembra trasmettere al pubblico. Mi trovo in accordo con Lamendola, che parla della protagonista come di un “animale a sangue freddo” e incapace di provare veri sentimenti. Inizialmente pensavo che Mirandolina fosse un personaggio positivo e un esempio da seguire, ma successivamente leggendo l'episodio riguardante il cavaliere di Ripafratta ho ripensato al personaggio della locandiera finendo per concordare con il critico.


Francesca RopaI, V^D

Nota:

Mirandolina è il prototipo della donna moderna: fredda, calcolatrice e priva di bontà, di Francesco Lamendola; https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=25511


Mirandolina interpretata da Eleonora Duse nel 1891


Confrontando i nostri pensieri, si è confermata, e rafforzata, la nostra convinzione che questa sia una figura dalle mille sfaccettature. Il suo modo d’agire potrà anche essere oggetto di molteplici interpretazioni e suscitare sentimenti contrastanti, ma la sua forza di volontà e determinazione dovrebbero essere ammirate universalmente da tutti. E voi come la pensate? Trovate altre interpretazioni?

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