Austria, Germania, Scozia, Inghilterra ed Hawai: le testimonianze degli ex allievi dell’Istituto “Uccellis” di Leonardo Maruccio e Federico Degani
Il 12 gennaio 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha confermato la scoperta di un nuovo virus e il 30 gennaio 2020 sono stati confermati i primi due casi italiani della pandemia Covid-19.
Dal 9 marzo tutti gli Italiani si ritrovarono chiusi in casa, senza relazioni e con poche informazioni sul mondo. Oggi, dopo più di un anno, continuiamo a convivere con il nemico invisibile che ci impedisce di dar sfogo alla nostra libertà, ma finalmente iniziamo a voltarci indietro per cominciare ad analizzare il periodo storico che abbiamo trascorso. Sappiamo bene quello che è successo in Italia, dal momento che l’abbiamo vissuto in prima persona, ma mettendo più in prospettiva l’evento ci accorgiamo che non siamo a conoscenza di ciò che è accaduto al di fuori dai nostri confini.
Quest’articolo mira a dare al lettore una prospettiva più ampia del caso coronavirus presentando la situazione di alcuni paesi stranieri nei quali possiamo contare su degli “inviati speciali”: ex allievi del nostro Istituto che stanno facendo l’università all’estero.
Il caso Austria
Analizziamo la situazione dell’Austria che ci viene presentata da Aurora Noacco.
Attualmente l'Austria si trova al termine di un periodo di lockdown durato dal 30 Marzo al 3 maggio con le seguenti restrizioni.
E’ previsto il libero spostamento e l’utilizzo della mascherina all’interno dei mezzi pubblici. Per quanto riguarda la possibilità di fare assembramenti, è possibile ricevere una sanzione di €1500 se si supera il numero massimo di 3 persone all’aperto senza mascherina. Negli ambienti chiusi, invece, il numero massimo di persone è 2, con l’obbligo di indossare la mascherina. (In Italia, invece, le mascherine devono essere obbligatoriamente indossate sia quando si è all’aperto, sia quando si è al chiuso in luoghi diversi dalla propria abitazione, fatta eccezione per i casi in cui è garantito l’isolamento continuativo da ogni persona non convivente).
Tutti i locali sono chiusi con la possibilità di poter offrire il servizio d'asporto. Questi ultimi verranno riaperti dopo il 3 Maggio. Lo stesso vale per i negozi che danno la possibilità di acquistare online e di fissare un appuntamento per ritirare la merce e, come centri commerciali, cinema e teatri, verranno riaperti alla fine del lockdown. Le fabbriche e uffici e uffici economici e diplomatici sono aperti ma con orari ristretti sia per quanto riguarda i lavoratori che il pubblico (ovviamente c’è sempre l’obbligo delle precauzioni).
Inevitabilmente tutte le attività commerciali vengono danneggiate dalle restrizioni, pertanto il governo austriaco offre un contributo economico dell’80% dei guadagni mancanti al mese, fino ad un limite di €2000 dopo un massimo di 6 mesi dalla richiesta di contributo.
Anche la vita scolastica è cambiata durante questo periodo. Asilo, elementari e medie sono sempre state aperte, mentre gli alunni delle scuole superiori hanno frequentato le lezioni al 50% in presenza 50% online alternandosi ogni settimana. All’università i corsi fino a 50 studenti possono essere svolti in presenza ma garantendo le lezioni a distanza. Le biblioteche sono aperte da lunedì 26 aprile con prenotazione obbligatoria e uso della mascherina . La possibilità di svolgere le sessioni di esami universitari di maggio in presenza è ancora in fase di discussione.
Una situazione simile all’Austria è presente in Germania dove, in Bassa Sassonia, sta studiando l’alunno Niccolò Del Tedesco.
Gli spostamenti non assolutamente necessari sarebbero da evitare, ma si può viaggiare senza problemi e gli incontri possono avvenire solo tra conviventi, o al massimo con una sola persona al di fuori della casa (anche per i minori di 14 anni valgono le stesse regole).
La mascherina è obbligatoria in tutti i luoghi pubblici sia al chiuso che all’aperto e non possono essere utilizzate mascherine che non siano mediche (ffp2 e chirurgiche). Purtroppo gran parte delle persone non rispetta le norme e, ad esempio, non la indossa quando si trova per strada.
Tutti i bar, osterie, ristoranti sono chiusi al pubblico, con la sola possibilità dell’asporto e, come in Austria, i negozi non indispensabili sono chiusi al pubblico: si compra da casa e si ritira l'acquisto in negozio dove c’è un limite di persone all’interno. Anche i centri commerciali sono aperti ma con le stesse modalità degli altri negozi. Invece, sfortunatamente, i luoghi di svago come cinema e teatri sono ancora tutti chiusi.
Per quanto le attività commerciali tutti i/le datori/datrici di lavoro vengono obbligati per legge ad offrire la possibilità di lavorare da casa, oppure orari flessibili e inoltre ai/alle datori/datrici di lavoro starebbe la responsabilità di fornire mascherine ai lavoratori/lavoratrici.
Anche qui il governo prevede dei contributi: gli imprenditori privati singoli ricevono fino a una quota massima di €5000 mentre le ditte fino a €50.000 (i valori dipendono dalla percentuale di diminuzione di profitto medio)
Il tipo di didattica dipende dalla quantità della popolazione scolastica presente negli istituti: da 0 a 100 studenti le scuole sono aperte; da 100 a 165 studenti, essi seguono le lezioni al 50% in presenza e al 50% online; oltre ai 165 studenti, è prevista solo la modalità DAD. Le disposizioni per le università variano per ogni Land, secondo l’indice di contagio regionale (in Bassa Sassonia, per esempio, sono chiuse e gli esami si svolgono online).
Restando nel contesto europeo ci spostiamo in Scozia dove Valentina Badano sta studiando all’università di Aberdeen. Le norme in questo paese sono cambiate dal 26 aprile con i seguenti obblighi.
All’interno della Scozia si può viaggiare mentre, per quanto riguarda spostarsi per il resto del Regno Unito, si può viaggiare ma prima bisogna controllare i regolamenti vigenti in Inghilterra, Galles, Irlanda, le Isole del canale e l'Isola di Man. Quando si viaggia si dovrebbe alloggiare in hotel e non in casa di altre persone, Si può viaggiare all'estero ma solo per motivi di comprovata esigenza e non per vacanze. Per quanto riguarda gli assembramenti, 6 persone massimo provenienti da 2 residenze diverse si possono incontrare al chiuso. Mentre 6 persone massimo da 6 residenze diverse si possono incontrare all'aperto. I bambini sotto i dodici anni non contano nel numero di persone se ci si incontra all'aperto ma contano nel numero di persone se ci si incontra al chiuso. La mascherina all'aperto non è obbligatoria e praticamente nessuno la indossa, ma è obbligatorio indossarla solo quando si sta al chiuso.
Bar, pub e ristoranti possono servire cibo e alcolici all'aperto mentre al chiuso possono servire cibo fino alle 8 ma senza servire alcohol. I negozi e i centri commerciali sono appena stati riaperti mentre cinema, teatri e nightclub sono ancora tutti chiusi.
Per quanto riguarda l’economia, le fabbriche che fanno parte dei 13 settori ritenuti essenziali (Critical National Infrastructures), oltre alle corti e ai tribunali, sono aperti mentre per quanto riguarda gli altri settori si continua in smart working.
Anche in Scozia il governo ha contribuito con 2 miliardi di sterline per sanare i danni subiti da queste attività.
Le scuole dagli asili alle superiori sono in presenza mentre le università stanno ricominciando a fare didattica mista (prima del 26 Aprile tutti i corsi erano a distanza fatta eccezione per medicina, che richiede di fare certe sessioni in presenza per passare l'anno).
Spostiamo adesso la visuale su Londra, città che si trova in Gran Bretagna ma non nell’UE.
Non c’è più il lockdown, quindi ci si può spostare liberamente ma solo all’interno della regione. Gli incontri al chiuso non sono ancora permessi mentre quelli all’aperto lo sono fino ad un massimo di 6 persone. La mascherina è obbligatoria solo sui mezzi di trasporto pubblici e negli esercizi commerciali. Una grossa libertà è marcata dalla apertura continua di locali, bar, ristoranti (tutti solo all’aperto), negozi, centri commerciali, fabbriche ed attività commerciali. I cinema e i teatri, invece, saranno riaperti il 17 maggio. Dato che la maggior parte delle attività ha continuato a produrre, non ci sono aiuti statali economici.
Per quanto concerne le scuole, esse sono in presenza da marzo fino alle superiori, mentre le università sono ancora in modalità a distanza dall’inizio dell’anno.
Nonostante la lontananza, il virus è giunto anche nelle isole delle Hawaii, meta di studio di Benedetta Sorrentino che ci racconta la sua esperienza, in un paese che sta vivendo una fase di riapertura e di ritorno alla normalità.
Per arrivare su Oahu è necessario, per coloro che non sono ancora vaccinati, un risultato negativo a seguito di un test per il Covid o una quarantena di dieci giorni. Lo stesso vale per gli spostamenti tra le varie isole. Per quanto riguarda gli spostamenti all’interno dell’isola non sono limitati.
Le riunioni sono permesse con il massimo di dieci persone, anche di nuclei familiari diversi ma rispettando sempre distanziamento sociale. Anche qui, per rimanere vigili, la mascherina è obbligatoria da indossare ovunque specialmente nei negozi, nelle palestre, sui mezzi pubblici e chiaramente per gli studenti a lezione o sui campus. Gli unici momenti in cui non è obbligatoria sono in spiaggia e ovviamente mentre si mangia o si beve. Purtroppo anche qui, come in Germania, l'obbligo non viene molto rispettato specialmente durante l’attività fisica all’aperto.
I bar e le discoteche sono ancora chiusi ma i ristoranti e le attività commerciali sono aperti con la possibilità di mangiare all’interno e non c’è il coprifuoco. Palestre e piscine sono aperte con capienza del 50%. Le attività all’aperto sono permesse e come quelle in spiaggia e in montagna. Attività commerciali a scopo ricreativo come i cinema e i teatri, sono aperti al completo fatta eccezione per sale giochi che possono contenere il 50% degli ospiti. I club sportivi sono aperti solamente all’aperto ma senza spettatori.
Per quanto riguarda l'approvvigionamento, negozi e centri commerciali sono aperti e, a seconda della grandezza, ci possono essere dei limiti per quante persone possono entrare all’interno in contemporanea per poter rispettare il distanziamento sociale. Inoltre tutte le attività economiche sono aperte a orario continuato e hanno ricevuto degli aiuti economici specialmente durante il periodo di lockdown di tre settimane avvenuto a metà agosto a seguito del ritorno degli studenti sull’isola. Da allora i casi hanno continuato a diminuire permettendo allo stato delle Hawaii di iniziare un programma di riapertura di quattro fasi. Al momento è nella terza fase. Nell’ultima settimana i casi erano pari all’1,9% in quanto la media di nuovi casi positivi è 65.
Dall’inizio dell’anno scolastico (eccetto durante il breve periodo di chiusura), la scuola dell’obbligo viene frequentata in presenza. Per le università, invece, dipende a seconda del numero di studenti: HPU (Hawaii Pacific University) prevede le lezioni in presenza ma è anche possibile seguirle via zoom. I laboratori sono misti e alternano una settimana in presenza e una online per via del numero limitato di persone permesse all’interno. UH (University of Hawaii), invece, permette solo lezioni online per via del numero elevato di studenti che ci studiano. Per il prossimo semestre HPU prevede di continuare con le lezioni in presenza e mentre UH con quelle online. Gli studenti, come le attività imprenditoriali, dispongono di un aiuto finanziario e hanno la possibilità, durante i pomeriggi, di lavorare come educatori nelle scuole elementari locali.
Avendo adesso una visione più ampia della realtà che ci circonda, ci chiediamo da cittadini italiani che cosa potrebbe cambiare nel nostro paese.
Nei paesi Europei la situazione è più o meno analoga dato che i singoli stati devono rispettare dei protocolli generali provenienti da un unico organo centrale. Le variazioni dipendono invece dagli ordinamenti locali. Guardando però la situazione delle Hawaii, notiamo una notevole differenza: esiste già un programma di riapertura che spinge i singoli individui ad aspirare alla libertà pur essendo limitati dalle restrizioni. Chiaramente l’Italia non può ancora permettersi di sottovalutare i rischi del virus, considerando la collocazione climatico-geografica ottimale delle isole del Pacifico Settentrionale. Questo però non vuol dire che con il tempo la situazione non possa migliorare, grazie anche alle vaccinazioni.
Leonardo Maruccio e Federico Degani 1A LSI
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