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Don’t Look Up... oppure sì?

Lo scorso 5 Dicembre è stato distribuito nei cinema, poi successivamente, il 24 Dicembre disponibile anche sulla piattaforma di streaming Netflix, Don’t Look Up, prodotto, scritto e diretto da Adam McKay, con un cast stellare: Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Timothée Chalamet e molte altre star di Hollywood, tra cui i famosi cantanti Kid Cudi e Ariana Grande. Il film racconta la storia di due astronomi che cercano di mettere in guardia l’umanità da una cometa che punta direttamente il pianeta Terra con una probabilità quasi certa che lo distrugga.

L’impatto dell’asteroide è un’allegoria del cambiamento climatico ed evidenzia l’indifferenza della popolazione mondiale nei confronti di avversità che minacciano il nostro pianeta. Tutto il film è una satira verso l’indifferenza e l’ipocrisia di governi, politici, celebrità e dei media. Tuttavia questo articolo non sarà una recensione del film (di cui comunque vi consigliamo la visione) ma cercheremo di rispondere ad una domanda che ci siamo posti: “E se una cometa puntasse veramente la Terra?” Deviare l’orbita di un oggetto celeste in avvicinamento poteva infatti sembrare fantascienza fino a poco tempo fa, ma tuttora è l’obiettivo di una vera missione scientifica. La sonda spaziale Double Asteroid Redirection Test (DART), è la missione diretta dalla NASA per testare la fattibilità delle tecniche di difesa planetaria. Il 24 Novembre DART è stata lanciata con l’ausilio del vettore di lancio Falcon 9 di SpaceX, il suo viaggio durerà 11 mesi e sarà lungo oltre 10 milioni di chilometri. L’operazione consiste nel verificare la possibilità di deviare un grande oggetto roccioso eventualmente pericoloso per la Terra, colpendolo con una sonda lanciata a grande velocità. Tale missione sarà eseguita su un asteroide non pericoloso, tale Dimorphos.

Durante il suo viaggio la sonda (di 670 chilogrammi) sarà accelerata da un mix di motori a propulsione tradizionale e da innovativi propulsori a ioni per impattare l‘asteroide a una velocità di 21mila chilometri orari. Si stima che l’urto produrrà una variazione quasi impercettibile della velocità di Dimorphos, di appena 0,4 millimetri al secondo, ma che nel corso del tempo si tradurrà in un’importante modifica della traiettoria iniziale. L’impatto avverrà nell’autunno di quest’anno. "Cercheremo di imparare come deviare una minaccia” ha detto Thomas Zuburchen, capo del progetto Nasa del costo di 330 milioni di dollari. In conclusione vorremmo rassicurarvi riportando questo dato: ci sono 10mila asteroidi conosciuti vicini alla Terra di dimensioni pari o superiori a 140 metri, ma nessuno ha una possibilità significativa di colpire il pianeta nei prossimi 100 anni.


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