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Immagine del redattoreGiornalino Uccellis

La forma dell’Infinito

-Casa Cavazzini, Udine-

Il giorno 23 ottobre 2021 un gruppo di allievi che risiedono in convitto anche durante il weekend si è recato, accompagnato da due educatori, al museo di casa Cavazzini per visitare la mostra “La forma dell’Infinito”. Nelle vesti di alunna, posso dire che è stata un’occasione imperdibile per assaporare la bellezza dell’arte Moderna e Contemporanea. Infatti, le opere presentate appartengono ad artisti di fama mondiale dell’Ottocento e Novecento, come Kandinsky, Monet, Vedova, Matisse, Brunner e molti altri.

Il dipinto, nell’immagine, è la prima opera che ammirerai una volta salite le scale; è, infatti la prima che viene presentata, poiché, a parer mio, emana in modo evidente il senso indescrivibile dell’infinito. L’artista viennese Brunner rappresenta, infatti, un campo esteso fino all’orizzonte che sembra non concludersi mai; un uomo sta passeggiando verso una meta sconosciuta, infinita. Ho percepito che lo scopo della mostra è sicuramente trasmettere che l’infinito è in agguato dietro la prima apparenza delle cose, e che nel cuore umano esiste sia un’immensa aspirazione all’infinito sia una sofferenza nel caso in cui lo si ritenga irraggiungibile: l’uomo, infatti, aspira a una forma dell’infinito che può essere la verità, il bene, la bellezza, e soprattutto i legami che superano la morte. Ci sono opere, però, che trasmettono la condizione dell’uomo in balia della vita di fronte alla scoperta dell’infinito davanti a sé. Un esempio è l’opera dell’italiano Gianfranco Ferroni, sconfitto, nella sua stanza che richiama nelle forme e nei colori un obitorio. “Un capolavoro incompiuto” di Burne Jones, ne è un altra dimostrazione, dove questa condizione di oblio ha portato l’autore a riflettere sul proprio mestiere e scopo su questo pianeta. Questa è stata la prima uscita del “progetto weekend” che da ormai diversi anni fa parte dell’offerta formativa del nostro istituto. Per tutti noi, questa è stata un’occasione per confrontarci e conoscere meglio il territorio attraverso l’arte, gli usi, i costumi e le tradizioni. E non ultimo, un modo per stringere legami più forti tra di noi che proveniamo da luoghi diversi e frequentiamo classi differenti.

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