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La nostra voce


Cari studenti e studentesse, è con questo piccolo editoriale che finalmente si inaugura il nuovo numero di “Numero Zero.” È un autentico piacere rivedervi chini a legger un articolo del nostro giornalino che si è fatto un po’ attendere.

In questi lunghi mesi di assenza e lavoro, ho spesso pensato a che valore abbia questo mezzo di comunicazione per noi studenti. Un anno fa avevo scritto un articolo molto provocatorio in cui condannavo la svogliatezza e il poco impegno con cui questo spazio viene considerato. Nell’articolo riportavo semplicemente la sensazione che avevo avuto come nuovo membro sia del liceo che della redazione, ma mi chiedo se abbiate ancora una considerazione così bassa dopo tanti mesi di noia passati a casa. Questa condizione in cui ci siamo ritrovati ha avuto risvolti sorprendenti sia in positivo che in negativo ed è proprio compito del giornalino riportarli, così come sono.

Vorremmo che per voi il giornalino diventasse un mezzo di unione, in un tempo che ha aperto tantissime spaccature tra età, generazioni, convittori e semiconvittori, professori e studenti, umani. Abbiamo avuto tanti spunti per lamentarci e lanciare discussioni in cui non ci sono né vincitori né vinti e dov’è molto difficile, per entrambe le parti, porre dei limiti. In una scuola che sembra molto divisa, il compito di noi studenti e anche del giornalino degli studenti è quello di unificare delle menti che sono state allontanate per troppo tempo.

Come protagonista di un momento storico così particolare, ho fatto esperienza di come sia difficile seguire le lezioni attraverso uno schermo, quanto sfiancante e noioso sia. Non c’è nulla di male nell’avere crisi esistenziali, alla fine anch’io ho avuto la sensazione di parlare con un mucchio di fili di rame, cavi e pixel: il dialogo dell’uomo con la tecnologia. Buffa cosa che siamo passati dal parlare con la natura, al parlare solo ed esclusivamente con la tecnologia!

Non trovate che sia un’opportunità unica poter trovare un dialogo, anche attraverso il giornalino?

Rimettiamo le nostre menti all’opera e creiamo un mezzo che possa essere la guida, il passatempo, la passione non solo degli studenti attuali ma di tutte le generazioni di studenti a venire. Abbiamo la possibilità di lasciare delle testimonianze che fotografano la situazione contemporanea, così com’è. Abbiamo la possibilità di farlo, e allora perché fuggiamo da quest’opportunità così preziosa?

Della lunga stesura di questo numero, ringrazio tutta la redazione del giornalino che ha dedicato tempo, corpo e mente all’interno di un numero che, come ho già detto, rappresenta la voce di tutti gli studenti dell’Educandato Statale Collegio Uccellis.


Vittoria Bortolussi

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